APOCALYPSE TRILOGY with Francesco Garbelli
“Apocalypse Trilogy” is a series consisting of three artworks that differ in techniques and layout but that are united by the presence of the same protagonists, the flowers. The series talks about issues related to the globalization era, the consumerism and the imminent environmental disaster. Each installation presents paradoxical scenarios, such as obese flowers due to the fast-food lifestyle, flowers 'cultivated' in cages where they grow overcrowded in a sort of intensive floral breeding or flowers born in the laboratory, nourished through experimental biochemical compositions.
The processes implemented by the indifferent and unstoppable global industry are stigmatized with irony. This industry is the main engine of an apocalypse that is now approaching, 100% human nature.
The flower, symbol of fragility, undergoes these transformations to survive, adapting its nature to the harsh conditions imposed by the human being.
Each artwork has been placed into a urban public green area together with a sign carrying the name of the 'benefactor' who contributed to 'take care', as a sponsor, of the social problem proposed by the artists.
In the trilogy there are references to the world of cinema, direct quotes to movies that have been a source of inspiration for these allegories.
/IT
“Apocalypse Trilogy” è una serie composta da tre opere differenti per tecniche e allestimento ma accomunate dalla presenza degli stessi protagonisti, i fiori. Essa affronta tematiche legate all’era della globalizzazione, del consumismo e dell’imminente disastro ambientale. Ogni installazione presenta scenari paradossali, come fiori obesi a causa del fast-food lifestyle, fiori ‘coltivati’ in gabbie dove crescono ammassati uno sull’altro in una sorta di allevamento floreale intensivo o fiori nati in laboratorio, nutriti attraverso sperimentali composizioni biochimiche.
Vengono stigmatizzati, con ironia, i processi messi in atto dalla macchina industriale globale, che appare indifferente ed inarrestabile, motore principale di un’apocalisse ormai prossima, 100% di natura umana.
Il fiore, per sua natura simbolo di fragilità, subisce impotente queste trasformazioni e per sopravvivere deve adattare la propria natura alle dure condizioni imposte dall’essere umano.
Ogni opera è stata installata in un’area di verde pubblico urbano insieme ad un cartello che riporta il nome del ‘benefattore’ che ha contribuito a ‘prendersi cura’, come sponsor, della problematica sociale inscenata dagli artisti.
Non sarà difficile per il pubblico più attento riconoscere, all’interno della trilogia, riferimenti al mondo del cinema, citazioni dirette a pellicole che sono state fonte d’ispirazione per queste allegorie.
SUPER SIZE FLOWERS
Milan, 2021 / 1,60 x 1,90 mt - mixed media
Four flowers, handmade by the artists, grow 'obesely' into a public green area directly managed by the Father of all Fast Foods.
Fast and low-cost food, a punctual and effective marketing. A system that has transformed the eating habits of millions of people with no exclusion, thanks to strategies and services dedicated to all age groups: menus containing surprises for the little ones, parties with entertainment, seats with video games, free Wi-Fi, drive service and so on, until the next intensive breeding, the next Spill Over. The future pandemic has been served, without having to get out of your car.
/ IT
Quattro fiori, realizzati a mano dagli artisti, crescono ‘obesamente‘ in un’area di verde pubblico curata direttamente dal Padre di tutti i Fast Food.
Cibo veloce, a basso costo, marketing puntuale ed efficace. Un sistema che ha trasformato le abitudini alimentari di milioni di persone senza escludere nessuno, grazie a strategie e servizi dedicati a tutte le fasce di età, menù con sorprese per i più piccoli, feste con animazione, postazioni con video-giochi, free Wi-fi, servizio Drive e via dicendo, sino al prossimo allevamento intensivo, al prossimo Spill Over. La futura pandemia è servita, senza dover scendere dall’auto.
ENGULF & DEVOUR
Milan, 2021 / 2,60 x 2,10 mt - mixed media
The second intervention of the series is titled “Engulf & Devour”. Hundreds of flowers live, or rather survive, imprisoned in rusty cages. The image of these herded flowers deprived of their living space inevitably reminds the theme of intensive farming or the notorious wet markets and their modus operandi.
In general terms, the installation is configured as a metaphor for a certain - and dominant - way of interpreting the economy. The idea of infinite growth is in stark contrast to the correct perception of our planet which, on the contrary, is finite by its nature.
The public green area in which the cages are placed is curated by Engulf & Devour, whose motto, Our fingers are in everything, stigmatizes those "ideals" that are often the basis of multinational companies really existing in our society.
Compared to the first installation "Super Size Flowers" in which the artists talked about the father of all fast food, Engulf & Devour is an imaginary company and it’s a direct quote from the famous "Silent movie" by Mel Brooks.
In the movie, Engulf & Devour is a company that wants to annex, using any means, a film production company to obtain the monopoly of communication. It’s singular how in this context, while maintaining its ironic and desecrating side, it assumes more universal and contemporary meanings, offering new food for thought on topics discussed, without concrete solutions, during the recent COP26.
/ IT
Il secondo intervento della serie si intitola “Engulf & Devour”, (che significa Trangugia & Divora): centinaia di fiori vivono, o meglio sopravvivono, imprigionati in gabbie arrugginite. L’immagine di questi fiori ammassati uno sull’altro, privati del loro spazio vitale, richiama inevitabilmente il tema degli allevamenti intensivi o dei famigerati wet market e del loro modus operandi. Più in generale l’installazione si configura come metafora di un certo modo, peraltro dominante, d’intendere l’economia, laddove si continua a sostenere la causa di una crescita infinita che si pone in netto contrasto con la corretta percezione del nostro pianeta e della sua natura che è quella di un mondo finito.
L’area di verde pubblico in cui sono posizionate le gabbie è, infatti, curata dalla Engulf & Devour, il cui motto, Our fingers are in everything, stigmatizza quegli “ideali” che spesso sono alla base di grandi aziende multinazionali simili a questa e realmente esistenti.
Rispetto alla prima installazione, “Super Size Flowers” in cui gli artisti chiamavamo in causa il padre di tutti i fast food, La Engulf & Devour è un’azienda frutto della fantasia, citazione diretta del celebre “Silent movie” di Mel Brooks.
Nel film la Engulf & Devour è una società che vuole annettersi, utilizzando qualsiasi mezzo, una casa di produzione cinematografica per assicurarsi il monopolio della comunicazione; è singolare come in questo contesto, pur mantenendo intatta la sua carica ironica e dissacratoria, assuma significati più universali e contemporanei offrendo nuovi spunti di riflessione su argomenti recentemente affrontati, senza concrete soluzioni, durante la COP26.